Una notizia che i media italiani trascurano:
Salome Zourabishvili, la presidente georgiana è nata in Francia ed è cittadino francese. E non mi stupirei se scoprissi che ha un terzo passaporto, della unica democrazia del Medio Oriente.
Salome Zourabichvili, se avesse lo stesso pedigree (cioè nata in Francia ma con cittadinanza statunitense) negli Stati Uniti, le sarebbe vietato dalla Costituzione di presentarsi alle elezioni come presidente. Ora la maggior parte dei governi europei, così come l’amministrazione Biden, stanno promettendo di imporre sanzioni se il parlamento oserà ignorare il veto di Zourabichvili.
Zourabichvili è nata a Parigi da una famiglia di rifugiati politici georgiani. È entrata nel servizio diplomatico francese negli anni ’70 e nel corso di tre decenni ha occupato una serie di posizioni diplomatiche sempre più importanti. Dal 2003 al 2004 è stata ambasciatrice di Francia in Georgia. Nel 2004, di comune accordo tra i presidenti di Francia e Georgia, [3] ha accettato la nazionalità georgiana ed è diventata ministro degli Esteri della Georgia. Durante il suo mandato presso il Ministero degli Affari Esteri georgiano (MFA), ha negoziato un trattato che ha portato al ritiro delle forze russe dalle parti indiscusse della terraferma georgiana. Ha anche prestato servizio presso il Comitato per le sanzioni contro l’Iran del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in qualità di coordinatrice del gruppo di esperti.
Palesemente c’è una rivoluzione colorata in corso nel paese, perché il parlamento della Georgia ha l’audacia di credere che i gruppi politici nazionali dovrebbero riferire se ricevono almeno il 20% dei loro finanziamenti da stranieri.
Ora gli agenti stranieri si autodichiarano. Giorni fa abbiamo visto i ministri degli Esteri di Lituania, Estonia e Islanda presentarsi a Tbilisi e unirsi alle proteste di piazza, tenendo discorsi davanti a folle in fermento, denunciando le azioni del parlamento georgiano.
Provate a immaginare cosa farebbero a Washington, a Parigi e a Bruxelles se il russo Lavrov, il cinese Wang Yi e l’ungherese Szijjártó si presentassero a una manifestazione di folla di Trump per denunciare la politica di Biden in Ucraina; o a sostenere la Le Pen contro Macron, o si unissero a contestatori della Ursula come Salvini in Italia . Gli Stati Uniti non tollererebbero una cosa del genere nemmeno per un minuto. Né Parigi nè Von den Pfizer.
Quanto al tentato assassinio del premier Fico, i media non vi hanno dato questa: